Corte dei Conti: "La Corruzione dilaga". L'allarme vent'anni dopo mani pulite.
Anche quest'anno, parole di monito dalla Corte dei Conti. "Illegalità, corruzione e malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese le cui dimensioni sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce". Con queste parole il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, inaugura l'anno giudiziario della magistratura contabile.
Essere a conoscenza della "mappatura" dei fenomeni di corruzione, aggiunge, serve "per effettuare una ricognizione degli episodi più ricorrenti di gestione delle risorse pubbliche inadeguata, perché inefficace, inefficiente, diseconomica".
Giampaolino si riferisce alla corruzione: nell'attività sanitaria, nello smaltimento dei rifiuti, nel "gravemente colposo" utilizzo di strumenti derivati o prodotti finanziari simili, per arrivare alla costituzione e gestione di società a partecipazione pubblica e alla stipula di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Vengono inclusi anche gli errori nella gestione del servizio di riscossione dei tributi".
La Commissione europea ha stimato che la corruzione costa all'economia dell'Unione 120 miliardi di euro l'anno (l'1% del Pil Ue). Quindi l'Italia deterrebbe il 50% dell'intero giro economico della corruzione in Europa (1/27)".
Tuttavia il governo impone misure draconiane ai cittadini, e la politica corrotta che ricorre al debito pubblico come se fosse illimitatamente sostenibile si salva.
A questo proposito il ministro della Giustizia spiega che occorre condurre "una battaglia estremamente seria" contro il fenomeno della corruzione ricordando che in Parlamento si sta discutendo di prevenzione col ddl anticorruzione. "Poi si partirà - ha detto - con il grande progetto sulla corruzione sul quale ovviamente c'è bisogno di tempo perché occorre prepararlo in maniera corretta. Credo molto in questo progetto ma proprio nei progetti nei quali si crede occorre concentrare la massima attenzione".
Certo, il governo, per bastonare se stesso, sostiene che ci vuole tempo.
Per dare il buon esempio servirebbe solo un giorno, tanto basta infatti per ratificare la convenzione di Strasburgo del 1999 in materia di lotta alla corruzione", ha detto invece il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. "Questa è già operativa negli altri Paesi dell'Unione europea, mentre in Italia, dove imperversa la corruzione, chissà perchè il Parlamento di qualsiasi colore politico si è sempre rifiutato di ratificarla", conclude.
Intanto chi paga sono sempre i soliti.
Infine, quando Giampaolino si riferisce alla corruzione nel "gravemente colposo" utilizzo di strumenti derivati o prodotti finanziari simili, non posso fare a meno di pensare ai sacrifici imposti agli italiani per ridurre lo stato del deficit del paese con il decreto cosiddetto "salva italia" di dicembre.
Mentre il tre gennaio - nel silenzio assoluto - Monti accreditava 2 miliardi e 567 milioni di euro alla Morgan Stanley.
Circa un decimo della manovra salva-italia. Il Ministero del Tesoro avrebbe così estinto una posizione in derivati.
Mentre il tre gennaio - nel silenzio assoluto - Monti accreditava 2 miliardi e 567 milioni di euro alla Morgan Stanley.
Circa un decimo della manovra salva-italia. Il Ministero del Tesoro avrebbe così estinto una posizione in derivati.
La corte dei conti, già si espresse nel 2008, bocciando l'intera architettura: questi swap, dissero i magistrati contabili, non riducono il costo del debito (lo impone da ultimo il comma 736 della finanziaria 2007), non sono caratterizzati dalla «massima trasparenza» (chiesta dalla finanziaria 2008, commi 381-384) e soprattutto, avendo offerto al comune risorse a breve termine che non servivano a finanziare investimenti, finiscono per violare l'articolo 119 della Costituzione.
Dopo che le inchieste, di giornalisti e magistrati, hanno investito il mondo della finanza creativa comunale, la via dell'intesa annunciata ora anche da Milano si è fatta sempre più battuta. Un accordo con le banche per uscire dai derivati e chiudere vicende finanziarie che rischiano di diventare troppo spinose. Interessa tutti: gli istituti di credito, disposti a concessioni anche importanti per evitare il rischio di trovarsi alla sbarra in contenziosi potenzialmente assai salati, e i sindaci, che possono presentarsi agli elettori da salvatori del bilancio locale minacciato da swap ora estinti.
E mentre questo putiferio finalmente mina le vicende dei derivati, il Tesoro optando per il silenzio e la segretezza assoluta ha pagato la banca emittente dei derivati americana.
Questa notizia è stata rilasciata - alla stampa americana - dai vertici stessi della banca newyorkese che hanno dichiarato 'trionfalmente' il recupero della somma. Con una riduzione dell'esposizione nei confronti dell'Italia scesa da 6,268 a 2,887 miliardi di dollari, una differenza di 3,381 miliardi corrispondenti a 2,567 miliardi di euro.
Questa notizia è stata rilasciata - alla stampa americana - dai vertici stessi della banca newyorkese che hanno dichiarato 'trionfalmente' il recupero della somma. Con una riduzione dell'esposizione nei confronti dell'Italia scesa da 6,268 a 2,887 miliardi di dollari, una differenza di 3,381 miliardi corrispondenti a 2,567 miliardi di euro.
Così hanno estinto un operazione di derivati finanziari, anche se non è chiara la ragione per cui la Morgan Stanley abbia richiesto la “chiusura della posizione”, opzione prevista dopo un certo numero di anni da quasi tutti i contratti sui derivati ma raramente applicata. Giusto in tempo, prima del temibile 'effetto contenzioso' che sta dilagando in Italia. O forse prima di un catastrofico default come insinuano i downgrading delle agenzie di rating come Standard and Poor’s pochi giorni prima, ha dato il suo contributo.
Sarà forse compiaciuto il vicepresidente di Morgan Stanley o sedicente ex e cioè Giovanni Monti, figlio del nostro Presidente del Consiglio. Chissà!
Sarà forse compiaciuto il vicepresidente di Morgan Stanley o sedicente ex e cioè Giovanni Monti, figlio del nostro Presidente del Consiglio. Chissà!
Il governo italiano comunque - per questa operazione - non ha fornito alcuna spiegazione e i media non indagano né chiedono alcunché, né sulla gestione delle operazioni in derivati da parte del Tesoro, né sul motivo per il quale tra tanti creditori si sia scelto di onorare il debito proprio con la Morgan Stanley, rispetto a delle priorità che per il paese certamente sono più impellenti. Ma finché nessuna delle due parti - direttamente sollecitate sulla questione - fornirà spiegazioni, si potrà rimanere solo nell’ambito delle ipotesi.
Viva la sobria trasparenza e l'equo debito... occultato.
Nella vicina Germania intanto, chi impartisce lezioni moralistiche, incassa un colpo.
Il presidente tedesco Christian Wulff, che incarnava il volto giovane e pulito del paese è stato travolto da uno scandalo, a causa di un prestito privato e di alcune vacanze pagate da imprenditori amici. Incalzato dalle inchieste della stampa tedesca - che Wulff ha tentato invano di mettere a tacere - il presidente sfiduciato infine si dimette.
Angela Merkel annulla visita a Roma.